Cosa è la cessione del quinto e quando è illegittima
Quali illegittimità si possono nascondere dietro le cessioni del quinto e come fare per ottenere il rimborso
Uno degli strumenti finanziari più utilizzati in Italia, da dipendenti e pensionati, è la cessione del quinto di stipendio, o della pensione, che consente di ottenere un importo a credito restituendolo, comprensivo di spese ed interessi, con trattenute mensili operate direttamente dal datore di lavoro o, nel caso della pensione, dall’ente erogatore della pensione stessa.
Quando si estingue una cessione del quinto?
Ovviamente col pagamento dell’ultima rata prevista dal piano di ammortamento la cessione si estingue ma, come tutti i prestiti, è facoltà del debitore estinguerla anticipatamente. Non è, però, possibile estinguere anticipatamente una cessione del quinto allo scopo di ottenerne un’altra (cosiddetta rinegoziazione o rinnovo) se non dopo che sia trascorso almeno il 40% del tempo previsto dal piano di ammortamento originario. Per chiarezza, non è possibile rinnovare una cessione a 120 mesi se non ne sono trascorsi almeno 48.
Quali illegittimità si possono nascondere nella cessione del quinto?
Come in tutti gli strumenti finanziari, anche nei contratti di cessione del quinto possono annidarsi delle illegittimità o delle anomalie. Irregolarità dovute ad errori sugli interessi, per esempio quando il tasso applicato è oltre soglia (caso di usura) oppure quando il tasso pagato è diverso da quello pattuito (caso della pubblicità ingannevole) possono essere presenti anche se raramente mentre, invece, molto più presenti sono le irregolarità nei casi di estinzione anticipata. Ad ogni sottoscrizione di cessione del quinto si affrontano spese di mediazione, d’istruttoria, d’assicurazione (peraltro è obbligatoria per legge l’assicurazione rischio vita e rischio impiego), sono costi relativi all’intero piano di ammortamento della cessione e, quindi, se la si estingue anticipatamente o la si rinnova/rinegozia, la finanziaria dovrà ricalcolare i costi sostenuti (in gergo costi recurring) e tenerne in debito conto all’emissione del conteggio estintivo sottraendo la parte non goduta dal totale dovuto per l’estinzione. Purtroppo, non sempre viene emesso un conteggio estintivo corretto e ciò genera una illegittimità contestabile alla finanziaria.
Come fare?
Come abbiamo detto è la quota parte dei costi recurring quella contestabile, oltre ai casi di errore sul calcolo degli interessi, e, dunque, molto meglio affidarsi ad analisti specializzati in tema di diritto bancario e finanziario anziché fidarsi del conteggio estintivo emesso dalla finanziaria. Appena si estingue anticipatamente, per rinnovo o meno, una cessione del quinto, ma anche un prestito delega poiché segue le stesse regole, occorre portare tutta la documentazione all’attenzione di un serio professionista che potrà, così, ricalcolare il conteggio estintivo e, eventualmente, avviare la richiesta di rimborso dei ratei non goduti. La pratica di richiesta di rimborso deve seguire determinate regole e tempistiche quindi converrà, senz’altro, affidarsi ad una organizzazione con le specifiche competenze, analitiche e legali, così da ottenere il massimo riconoscimento.
La GMB FINANCE esegue da anni l’analisi dei costi delle cessioni estinte o rinegoziate ottenendo il massimo del rimborso possibile a favore dei suoi assistiti.
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