Contratti derivati illegittimi: quando è possibile ottenere l'annullamento e il recupero delle somme.
Quali sono le insidie e le irregolarità che si celano dietro i contratti derivati e che potrebbero far ottenere l’annullamento dal tribunale
I contratti derivati sono strumenti finanziari legati ad un parametro di riferimento ovvero al valore (il prezzo) di una attività sottostante da cui, appunto, derivano.
Le insidie nei contratti derivati
La più comune forma di contratto derivato è quella denominata “plain vanilla” che prevede, a carico del cliente, il pagamento di un tasso fisso calcolato sul nozionale contro il pagamento, da parte della banca, di un tasso variabile, anch’esso calcolato sul nozionale. Il differenziale determina il profilo di rischio/rendimento del derivato. Molto spesso il contratto derivato comporta dei costi e delle commissioni non sempre ben evidenziate e che determinano uno squilibrio informativo a sfavore del cliente. I costi impliciti quantificano l’importo che la banca avrebbe dovuto corrispondere al cliente affinchè la stipula del contratto derivato fosse equa per ambo le parti.
Quando è possibile ottenere l’annullamento e il recupero delle perdite
Diversi tribunali hanno sancito che irregolarità quali la violazione delle norme sulla trasparenza, la presenza di costi non correttamente esplicitati, l’inadeguata funzione di copertura dello strumento derivato circa le passività sottostanti o la mancata sottoscrizione dell’accordo quadro potrebbero determinare l’annullamento del contratto con la remissione dei costi sostenuti.
Come ottenere l’annullamento e recuperare le somme?
Verificare la correttezza del contratto derivato sottoscritto è il primo passo da compiere; sarà necessario, per farlo, un’analisi effettuata da esperti analisti finanziari che dovranno ricercare tutti i potenziali costi occulti e, quindi, quantificare il danno subito. Solo così si potrà avviare una trattativa con la banca per il recupero delle somme pagate in eccesso.