Revoca fido bancario, come difendersi
Come difendersi dalle revoche illegittime e come richiedere un piano di rientro alla banca a condizioni vantaggiose
Abbiamo già visto nel precedente articolo che la revoca del fido bancario rappresenta un grave problema da fronteggiare per le aziende che sono chiamate dalla banca a versare l’intero importo dello scoperto di conto corrente.
Ad ogni modo, è bene sapere che la banca può procedere alla revoca del fido bancario solo se presenta un valido e giustificato motivo. Sappiamo che il recesso deve essere comunicato tramite raccomandata con un preavviso di 15 giorni, nel caso in cui il fido bancario sia a tempo determinato; se invece l’affidamento è a tempo indeterminato non esiste un termine di preavviso prefissato, se non quello “stabilito dal contratto, dagli usi o, in mancanza, in quello di quindici giorni”.
Revoca del fido bancario illegittima
La banca può revocare l’affidamento concesso, e richiedere la restituzione del capitale erogato oltre agli interessi maturati, solo in presenza di giustificati motivi. Per tale ragione è importante verificare ed accertarsi che la richiesta di revoca degli affidamenti avanzata dalla banca sia legittima, in quanto essa può avvenire solamente per giusta causa. La giurisprudenza ha stabilito, nel corso degli anni, che le banche possono recedere dall’affidamento bancario anche senza giusta causa, ma è comunque necessario che venga sempre rispettato il principio generale di correttezza e buona fede. La Cassazione ha comunque sancito che viene ritenuta illegittima la revoca che viene operata con arbitrarietà ed imprevedibilità. Inoltre, costituisce motivo di illegittimità della revoca del fido bancario da parte della banca l’assenza di comunicazione di preavviso: il preavviso al debitore difatti è una responsabilità esclusiva della banca e come tale non può essere violata.
L’art. 1845 del C.C. sancisce infatti che “la banca non può recedere dal contratto prima della scadenza del termine, se non per giusta causa” e, allo stesso modo, se il contratto è a tempo determinato, “la banca deve concedere un termine di almeno quindici giorni per la restituzione delle somme utilizzate e dei relativi accessori”. La revoca del fido in assenza di preavviso o senza comunicazione potrebbe quindi essere considerata un abuso del diritto di revoca per il quale si potrebbe presentare una contestazione presso il Tribunale ordinario o l’Arbitro Bancario Finanziario.
Revoca del fido: cosa fare
La prima cosa da fare non appena si riceve la comunicazione della banca di revoca del fido è contattare degli esperti in analisi finanziarie e negoziazione bancario. Solo avvalendosi di esperti, infatti, sarà possibile:
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analizzare la comunicazione di revoca ricevuta e verificare la presenza di profili di illegittimità, sia sotto l’aspetto normativo che giurisprudenziale.
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Analizzare il contratto di conto corrente e affidamento bancario per cui è stata comunicata la revoca e verificare la presenza di profili di illegittimità, quali l’applicazione di interessi anatocistici, commissioni illegittime o addirittura interessi che sforano la soglia di usura; la stesura di una perizia tecnica attestante delle criticità sul rapporto di affidamenti in conto corrente può essere lo strumento più idoneo per concludere una trattativa con l’Istituto o per opporsi ad un decreto ingiunto - anche provvisoriamente esecutivo - qualora vi sia l’incertezza del credito della Banca.
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Analizzare l’eventuale proposta di rientro ricevuta dalla banca e verificare che non presenti clausole compromettenti per il cliente e che possa essere realmente sostenibile nel tempo.
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Intavolare una negoziazione “ad armi pari”, vale a dire con una capacità negoziale sullo stesso livello della banca controparte.
In questi frangenti è importantissimo non perdere nemmeno un giorno di tempo e rivolgersi subito a dei professionisti del settore, i quali saranno in grado di negoziare il miglior piano di rientro calibrato sulle esigenze del cliente. Non è sempre necessario avviare un contenzioso per poter far valere le proprie ragioni, molto spesso si può risolvere attraverso una negoziazione bonaria che conduce ad un piano di rientro o ad un accordo di saldo a stralcio del debito. Allo stesso tempo, però, è opportuno che i professionisti di cui si scegli di avvalersi siano pronti ad avanzare una contestazione giudiziale, laddove si presenti la necessità, o che siano pronti a difendere il cliente in tempi rapidissimi laddove la banca metta in moto delle azioni legali per il recupero del credito.
GMB Finance: un team composto da analisti finanziari e legali specializzati in diritto bancario
Se la banca ti ha chiesto il rientro ma non hai la liquidità necessaria, o se l’Istituto ha già avviato un’azione esecutiva per escutere il credito, affidati ai professionisti in ambito finanziario e legale della GMB Finance, i quali potranno avviare una strategia personalizzata fatta su misura per te. Anzitutto prenderemo contatti con la banca per sondare il terreno per un accordo bonario realizzato sulla base delle tue specifiche esigenze, proponendo una trattativa a saldo e stralcio della posizione o verificando una possibile ristrutturazione del debito, e, se ciò non fosse possibile, provvederemmo ad avviare un’azione legale in prevenzione o, se necessario, l’opposizione per un’azione esecutiva. A seconda degli obiettivi del cliente e delle reali possibilità di successo, si valuteranno tutte le soluzioni percorribili in modo da scegliere il percorso più in linea con le specifiche esigenze.